Alessandro Morandotti, Gelsomina Spione

Pierre Subleyras e l’abate miniatore Felice Ramelli

Un ritratto per i Musei Reali di Torino

Prefazione di Pierre Rosenberg

Cataloghi di mostre
2018, 56 pp., 39 ill. a colori
24x28 cm
ISBN: 9788833670270

€ 19,90  € 18,91
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Quarta

Pierre Subleyras (1699-1749) è stato uno dei più importanti esponenti del classicismo della prima metà del XVIII secolo, grazie a una pittura che seppur monumentale è essenziale nei gesti e contenuta nei sentimenti. La notevole fama raggiunta è testimoniata dalla prestigiosa commissione della Messa di San Basilio per San Pietro (oggi in Santa Maria degli Angeli, Roma). Vincitore del Prix de Rome, fu quindi pensionato dell’Accademia di Francia, e sposatosi con una miniaturista romana, Maria Felice Tibaldi, rimase nell’Urbe fino alla sua morte. Gli storici dell’arte italiana hanno trascurato Pierre Subleyras a causa della sua patria d’origine e della sua formazione artistica. D’altro canto per i francesi, la sua carriera è essenzialmente romana, e la sua opera si iscrive pienamente nello sviluppo della pittura italiana della prima metà del XVIII secolo. Il Ritratto dell’abate Felice Ramelli, recentemente acquisito dalla Galleria Sabauda (Musei Reali di Torino), è stato definito da Pierre Rosenberg come “uno dei più bei ritratti del XVIII secolo, sia in Italia che in Francia”. Piemontese di nascita (Asti, 1666), il Ramelli si fece monaco in Vercelli, dove gli fu maestro di miniatura il confratello Danese Rho. Abate di Santa Maria Nova ad Asti, fu chiamato a Roma da Clemente XI Albani, che lo nominò abate di San Giovanni in Laterano. La sua fama di artista è legata ai ritratti in miniatura, conservati in diversi musei italiani (Bologna, Torino, Padova). Questa attività di ritrattista in miniatura è ben evidenziata nello splendido ritratto che ne fece Subleyras. La bellissima veste bianca dell’agostiniano contrasta con il fondo scuro nel quale si intravedono due ritratti appesi al muro. Un terzo, quello di un alto prelato, è tenuto dallo stesso abate, affiancato dalla tavolozza e appoggiato a una pila di libri.

Allegati
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Indice

SOMMARIO

9 Intorno a un ritratto: Alessandro Morandotti, Gelsomina Spione

11 Subleyras: Pierre Rosenberg

13 Pierre Subleyras e il ritratto a Roma nel Settecento: Alessandro Morandotti

33 Pierre Subleyras e i canonici lateranensi: Gelsomina Spione

45 Una sorpresa nel gabinetto delle Miniature: Franco Gualano, Lorenza Santa

50 Indice dei nomi

Autori

Alessandro Morandotti
È nato a Roma nel 1958 e vive a Milano. Studioso dell’arte lombarda fra l’età dei Borromeo e dei fratelli Verri, indaga i fatti del mercato e del collezionismo in età moderna e contemporanea. Tra gli altri studi, ha pubblicato un volume sulle strategie pubblicitarie di antiquari, case d’asta, editori e organizzatori di mostre (Il canto delle sirene. Cronache dal mondo dell’arte, Neri Pozza, Vicenza 2003) e il frutto di una ricerca lunga vent’anni sulle arti a Milano nell’età del manierismo: Milano profana nell’età dei Borromeo, Electa, Milano 2005). Tra gli ultimi lavori, Le isole incantate. Vedute dei domini Borromeo da Gaspar van Wittel a Luigi Ashton (Scalpendi, Milano 2015), Caravaggio e Milano. La canestra dell’Ambrosiana (Scalpendi, Milano 2017). Ha curato varie mostre, tra cui: Musaeum Septalianum. Una collezione scientifica nella Milano del Seicento (Museo Civico di Storia Naturale, Milano, 1984; catalogo Giunti Marzocco, Firenze), Il neoclassicismo in Italia. Da Tiepolo a Canova (Palazzo Reale, Milano, 2002; catalogo Skira, Milano), Il ritratto in Lombardia da Moroni a Ceruti (con Francesco Frangi, Castello di Vasnago, Varese, 2002; catalogo Skira, Milano); di recente, Il fascino e il mito dell’Italia dal Cinquecento al contemporaneo (Villa Reale, Monza, 2015).

Gelsomina Spione
insegna Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Torino. Si è principalmente occupata della cultura figurativa piemontese e ligure del Sei e Settecento. Ha curato numerosi volumi e mostre su queste tematiche ed è co-autrice di un volume sui Fratelli Guidobono e Daniel Seiter (Allemandi, 2002).