Peter Cole, Adina Hoffman

Il cimitero dei libri

La Geniza del Cairo: un mondo perduto e ritrovato

Traduzione di Mariagiulia Castagnone

Orizzonti, 1
2019, 256 pp., 60 ill. b/n
Brossura, 15x21 cm
ISBN: 9788833670485

€ 19,50  € 18,53
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Quarta

Il cimitero dei libri racconta una storia affascinante, che prende avvio sul finire dell’Ottocento, tra Cambridge e l’Egitto, e arriva fino ai giorni nostri. Una storia di ritrovamenti insperati, rivalità tra grandi università, avventure degne di Indiana Jones per acquisire un tesoro di cultura religiosa, letteraria e materiale. Due vedove di origine scozzese scoprono in Egitto alcuni preziosi frammenti che Solomon Schechter, lettore in studi talmudici a Cambridge, identifica come parte della perduta versione originale ebraica dell’Ecclesiaste. Schechter parte per Fustat, la vecchia Cairo, e imbastisce una spasmodica corsa all’acquisto dei reperti della Geniza (dove i testi, sacri e non, venivano depositati prima di essere sepolti e obliati) della sinagoga Ben Ezra, attraverso i più incredibili mediatori: disertori che si fingono conti, rabbini ashkenaziti di Gerusalemme, ricche famiglie ebraiche del Cairo e autorità egiziane… e non manca un naufragio, a minacciare quanto recuperato (oltre ai papiri di Ossirinco!). Oltre 280 mila frammenti provenienti dalla sinagoga della Cairo fatimide, spesso in giudeo-arabico, ma anche in yiddish e giudeo-spagnolo, offrono un incredibile spaccato della storia e della cultura ebraica e del Mediterraneo. Tre successive generazioni di studiosi – le cui storie esaltanti, curiose, a volte tragiche ci vengono narrate nel volume – hanno studiato questa messe di documenti: prima concentrandosi sui testi religiosi, dal Ben Sira a rari testi eretici del IX secolo (come Il libro delle domande di Al-Balkhi), poi su quelli letterari, complici i ritrovamenti di poesie portate con sé dagli ebrei sefarditi espulsi dalla Spagna (Dunash, Yehuda Halevi), e i responsi di Maimonide, che era stato a capo della comunità cairota, e infine esplorando i documenti di storia materiale ed economica portati alla luce da S.D. Goiten. Proprio Goiten, basandosi sullo studio di questi frammenti scartati dagli altri studiosi, pubblicò i sei corposi volumi di A Mediterranean Society, e ricostruì l’incredibile rete di commerci che dal Cairo raggiungeva l’India e Samarcanda in Asia, Aden a Sud, Costantinopoli e Kiev a est, la Tunisia, la Sicilia e l’Italia, la Francia e la Spagna a ovest. Emergono vividi bozzetti di vita quotidiana, contratti matrimoniali, amuleti magici, petizioni alle autorità, ricette mediche, a comporre il ritratto di una società vivace e aperta, colta e cosmopolita.

Allegati
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Indice

Sommario

11 1. Sapienza nascosta

26 2. Serpenti e segreti

46 3. Tutto per il Siracide

62 4. In Egitto

77 5. La selezione

90 6. Palinsesti

116 7. Perché niente vada perduto

130 8. Una galleria di eretici

148 9. Tessere del mosaico spagnolo

169 10. Una società mediterranea

195 Postfazione

209 Elenco delle illustrazioni

212 Note

253 Ringraziamenti

255 Sugli autori

Autori

Peter Cole
È stato definito “uno dei più vitali poeti della sua generazione” (Harold Bloom). È autore di libri di poesia e di molti volumi di traduzione dall’ebraico e dall’arabo, medievale e moderno. Tra i suoi libri, ricordiamo Hymns & Qualms: New and Selected Poems and Translations e The Dream of the Poem: Hebrew Poetry from Muslim and Christian Spain (950-1492). Tra i premi ricevuti, l’American Academy of Arts and Letters Award, il National Jewish Book Award e il MacArthur Award. Insegna alla Yale University. Vive, insieme ad Adina Hoffman, tra Gerusalemme e New Haven.

Adina Hoffman
È una pluripremiata saggista e biografa. Scrive spesso sul Medio Oriente, analizzandolo da angoli insoliti e facendo luce sulle dimensioni trascurate del luogo, della sua gente e delle sue culture. È autrice di numerosi libri, tra cui My Happiness Bears No Relation to Happiness: A Poet’s Life in the Palestinian Century e Till We Have Built Jerusalem: Architects of a New City. Vincitrice del Quarterly-Wingate Award del Regno Unito e associata della Fondazione Guggenheim, è stata nominata tra i vincitori inaugurali del Windham Campbell Literature Prize.