Enrico Castelnuovo, Carlo Ginzburg

Centro e periferia

nella storia dell'arte italiana

Storie, 1
2019, 168 pp., 48 ill. b/n
Brossura, 12x19 cm
ISBN: 9788833670621

€ 18,00  € 17,10
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Quarta

Castelnuovo e Ginzburg rileggono la storia dell’arte italiana mettendo in discussione uno dei dogmi su cui si era basata per secoli. Tale dogma identificava il centro (o i centri) come luogo della creazione artistica, mentre dava alla periferia il significato riduttivo e negativo di semplice lontananza dal centro. Contro questa identificazione tra periferia e ritardo artistico, questo libro racconta la relazione tra «centro» e «periferia» in maniera meno gerarchica (evitando di parlare di una semplice diffusione dei modelli artistici dal primo verso la seconda), ma anche meno pacifica. Spesso infatti, anche quando sembra adeguarsi alle indicazioni del centro, la periferia – o, meglio, le periferie – lo fanno in maniera creativa o comunque a prezzo di resistenze, da conoscere e comprendere. Il lettore capirà come la «dominazione simbolica» del centro sulla periferia non sia un dato di partenza nelle vicende dell’arte e, più in generale, della società italiana, ma sia invece il frutto di un processo secolare di costruzione di modelli e forme capaci di ridurre la diversità all’unità. Quello che oggi è un libro era in origine uscito come capitolo della Storia dell’arte italiana Einaudi. Era il 1979, e l’urgenza del dibattito politico a margine del quale il saggio fu scritto è ben percepibile in alcuni passaggi, come questo: «In un’età di imperialismi e di subimperialismi, in cui anche le bottiglie di Coca-Cola si configurano come segno tangibile di vincoli non solo culturali, il problema della dominazione simbolica, delle sue forme, delle possibilità e dei modi di contrastarla, ci tocca inevitabilmente da vicino». A quarant’anni esatti di distanza, l’attualità di queste parole non si è affievolita. Al contrario: se alla fine degli anni settanta tale giudizio valeva per un’Italia che assisteva alla definitiva perdita della complessità di fronte all’omologazione culturale, alle migrazioni interne e all’inurbamento di massa, oggi, nell’età della globalizzazione, la «dominazione simbolica» si è estesa su scala mondiale. Questo libro non è utile solo agli storici dell’arte per capire come si sia evoluta la carta geografica della produzione artistica italiana, ma a chiunque sia interessato a capire come i modelli estetici estendano la loro influenza sulla società ed, eventualmente, come ribaltare questo stato di cose.

Allegati
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Indice

SOMMARIO

7 Prefazione

15 1. Periferia e provincia

16 2. Il caso italiano

17 3. La << Storia >> del Lanzi

22 4. Storia artistica e distribuzione geografica

27 5. Città capitali e città suddite

32 6. Concorrenza e società civile

34 7. Gli squilibri territoriale

36 8. Questioni di lunga durata

49 9. La dislocazione dei centri artistici

41 10. Le città comunali

43 11. Centri di innovazione e aree di ritardo

45 12. Periferizzazione e declassamento

47 13. Vasari

57 14. Fine del policentrismo e nascita della << terza maniera >>

58 15. Un caso esemplare: l'Umbria

61 16. Riflusso e ritardo in periferia

63 Tavole

113 17. Ritardo periferico o ritardo di metodo?

114 18. Periferia come scarto

119 19. La resistenza al modello

120 20. Modello e nuovo paradigma

123 21. L'alternativa di Avignone

124 22. Le regioni di frontiera

127 23. L'esilio del Lotto

129 24. Urbino e Barocci

130 25. Il Seicento e il Settecento

132 26. Centro e periferia, persuasione e denominazione

134 27. La dominazione simbolica

137 28. La dinamica delle opere

139 29. La dinamica degli artisti

142 30. La dinamica dei committenti

144 31. La Chiesa dopo Trento

146 32. I conti con l'Europa

153 Note

Autori

Enrico Castelnuovo
Storico dell'arte italiano (Roma 1929 - Torino 2014). Laureatosi a Torino con A. M. Brizio, si è specializzato a Firenze con R. Longhi (1954) con la tesi poi pubblicata in un volume dal titolo Un pittore italiano alla corte di Avignone. Matteo Giovannetti e la cultura in Provenza nel sec. XIV (1963; nuova ed. ampliata 1991). Ha insegnato a Losanna (1964-83), Ginevra (1970-71) e Torino (1979-82); dal 1983 prof. di storia dell'arte medievale presso la Scuola normale superiore di Pisa, di cui oggi è professore emerito

Carlo Ginzburg
uno storico italiano. Ha insegnato Storia moderna a Bologna, negli Stati Uniti (Yale, Princeton), a Londra (Warburg Institut) e Parigi (Ecole Pratique des Hautes Etudes) ed è professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Collabora a numerose riviste di studi storici («Annales», «Quaderni storici»). Ha pubblicato I benandanti (1966), Il formaggio e i vermi (1976), Indagini su Piero (1981), Miti emblemi spie (1986), Occhiacci di legno (1998), Rapporti di forza (2001), Il filo e le tracce (2006) e Paura reverenza terrore (2015).