Wart Arslan

e lo studio della storia dell'arte tra metodo e ricerca

A cura di Monica Visioli

BiO – Biografie in Officina
2019, 288 pp., 23 ill. a colori, 80 in b/n
Brossura, 16,5x24 cm
ISBN: 9788833670751

€ 35,00  € 33,25
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Quarta

Il convegno organizzato nel 2018 per ricordare il cinquantesimo anniversario della morte di Wart Arslan, primo docente ordinario di Storia dell’arte dell’ateneo pavese (1942-1968), ha offerto l’opportunità di rileggerne in prospettiva la figura professionale e umana e di riflettere sul significato e sull’attualità della sua lezione e della sua eredità scientifica e culturale. I saggi raccolti nel volume illustrano l’impegno di Arslan tra indagini sul campo e didattica; a partire dall’inizio degli anni Quaranta, con il suo trasferimento all’Università di Pavia, egli avviò pionieristiche indagini sul patrimonio storico-artistico locale e più in generale lombardo, mettendo a frutto il metodo di ricognizione, osservazione e catalogazione appreso alla scuola di Adolfo Venturi a Roma e maturato poi negli anni. Si deve al suo infaticabile impegno l’individuazione di alcune vistose lacune esistenti nel panorama degli studi sull’arte lombarda, in particolare sull’architettura altomedievale e medievale e sull’architettura e le arti figurative del Settecento nella loro particolare declinazione locale, per le quali egli coniò la fortunata definizione di «barocchetto lombardo». Intorno a tali tematiche Arslan promosse a Pavia convegni internazionali, aprendo a un confronto ampio le novità emerse dalle ricerche locali. All’esplorazione del territorio, all’identificazione di maestranze artistiche fino ad allora ignorate e alla lettura stilistica delle opere egli avviò i suoi allievi e aprì strade alla ricerca italiana ed europea.

Allegati
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Indice

SOMMARIO

7 «Camminare per strade non battute, purché all’insegna della correttezza scientifica»: la lezione di Wart Arslan a cinquant’anni dalla scomparsa: Monica Visioli

13 Wart Arslan: i figli, la famiglia: Ermanno A. Arslan

Ricognizioni, esperienze sul campo e amicizie degli anni di formazione

23 La Basilicata di Wart Arslan (1928-1930). Intorno a una missione artistica nella «più negletta tra le regioni d’Italia»: Andrea Leonardi

39 Arslan a Bologna: Giovanna Perini Folesani

59 Arslan e il museo di Bolzano, tra locale e nazionale: Antonella Gioli

73 Wart Arslan e Ferruccio Ferrazzi: Paolo Campiglio

La monografia sui Bassano

83 Arslan e i Bassano: Giuliana Ericani

94 Appendice documentaria

La riscoperta dell’architettura medievale lombarda

105 Riflessioni sulla fabbrica di San Simpliciano e le sue trasformazioni medievali a settantacinque anni dalla riscoperta: Paola Greppi e Luigi Carlo Schiavi

129 Restauro e riscoperta dei cantieri ambrosiani: Wart Arslan, Enrico Villa e la Romana Basilica Apostolorum di Milano: Alessandro Pina

147 Edoardo Arslan e gli esordi dell’architettura romanica milanese: Anna Segagni Malacart

161 Tavole

I contributi per la Storia di Milano

179 Wart Arslan e l’architettura del Rinascimento: Francesco Repishti

191 Wart Arslan nel cantiere della Storia di Milano della Fondazione Treccani degli Alfieri (1942-1959): Gianpaolo Angelini

Dibattiti e polemiche degli anni Cinquanta

203 Da Caravaggio al «Greco madonnero». Arslan, Longhi e il dibattito sull’attribuzione negli anni Cinquanta: Alessandra Casati

217 Arslan e il dibattito sul restauro alla metà degli anni Cinquanta: il caso del Cenacolo vinciano: Monica Visioli

Nuovi campi di ricerca

233 Edoardo Arslan e il Seicento lombardo: Francesco Frangi

247 L’invenzione del «barocchetto lombardo»: Valerio Terraroli

255 1957. Arte e artisti dei laghi lombardi: Luisa Giordano

Wart Arslan: la famiglia e la grande storia

263 Zio Wart, San Simpliciano, Guardi e il gotico veneziano:percorsi di un lungo affetto. Antonia Arslan

275 Antoine Poidebard: un personaggio fra leggenda e storia: Pierluigi Tozzi

279 Abbreviazioni

280 Indice dei nomi

287 Crediti fotografici