

Esplora il ruolo della caducità nella cultura giapponese attraverso opere d’arte, oggetti di culto, letteratura e cultura popolare e di come questo concetto sia ancora rilevante nel Giappone contemporaneo. La prima sezione, «Riscoprire mondi perduti», è incentrata su sculture, ceramiche e amuleti delle prime civiltà giapponesi: i periodi Jomon, Yayoi, e Kofun. Ciò che sopravvive di queste primitive culture ci ricorda come il tempo cancelli contenuto e contesto e di come questa sia una legge universale per tutte le civiltà. «Buddismo: perpetua impermanenza» esamina il concetto di transitorietà del buddismo, religione profondamente radicata in Giappone anche se proveniente dall’esterno. Magnifici esempi di arte buddista illustrano l’idea che l’impermanenza (mujo) è una dottrina cardine di tutte le scuole: la vita è transitoria, caratterizzata dalla sofferenza, e in ultima analisi vuota. «Tè: la coreografia della caducità» analizza la cerimonia del tè (chanoyu), che enfatizza le qualità di wabi e sabi, termini che evocano le qualità della vecchiaia – un fiore sfiorito, la ruggine sul metallo – che vengono richiamate attraverso oggetti in ceramica e in lacca volutamente imperfetti utilizzati nelle riunioni contemplative. La sezione finale del catalogo, «Trasformare l’impermanenza in arte», consiste in una serie di manufatti, dagli splendidi esempi di calligrafia ai paraventi, dalle celebri stampe ai delicati tessuti con soggetti immediatamente associabili alla nozione giapponese di «elegante sensibilità alla nature delle cose» (mono no aware).
CONTENTS
7 President’s Foreword Josette Sheeran
8 Director’s Preface Boon Hui Tan
11 Curator’s Acknowledgments Adriana Proser
13 Exhibition Funders and Note to the Reader
14 The Art of the Ephemeral: Melinda Takeuchi
45 Works in the Exhibition: Adriana Proser with contributions from Maria Slautina
47 I Retrieving Lost Worlds
71 II Buddhism: Perpetual Impermanence
131 III Tea: Choreographed Ephemerality
157 IV Transforming Impermanence into Art
190 Map
192 Timeline
194 Glossary
197 Selected Readings
202 Contributors’ Biographies
203 Index
208 Photography Credits
Melinda Takeuchi
È professoressa nei dipartimenti di Storia dell’Arte e di Lingue Asiatiche alla Stanford University. È specializzata in pittura, calligrafia e arte dell’incisione giapponesi. Autrice di numerossime pubblicazioni scientifiche, ha vinto il John Whitney Hall prize for best book della Association for Asian Studies con il volume Taiga’s True Views: The Language of Landscape Painting in Eighteenth-Century Japan e l’Arisawa prize della Tokyo University.
Adriana Proser
È Mr. and Mrs. Thomas Quincy Scott Curator of Asian Art al Walters Art Museum di Baltimora. In quindici anni ha curato oltre quaranta mostre sull’arte e le culture dell’Asia. Tra i cataloghi da lei curati, ricordiamo Designed for Pleasure: The World of Edo Japan in Prints and Paintings, 1680–1860; Pilgrimage and Buddhist Art; The Art of Impermanence. Japanese Works from the John C. Weber Collection and Mr. and Mrs. John D. Rockefeller 3rd Collection (Officina Libraria, 2019).