Francesco Leone

Antonio Canova

La vita e l'opera

BiO – Biografie in Officina
2022, 592 pp., 260 ill. a colori e b/n
17x24 cm
ISBN: 9788833671581

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Quarta

«Canova era di statura media, snello della persona, ispirava confidenza al solo vederlo, confidenza che cresceva poi sentendolo parlare con questa sua voce sonora. La sua faccia esprimeva la bontà del suo cuore; aveva gli occhi molto incassati: il suo sguardo era penetrante, ma dolce; allora era già un po’ calvo, benché non avesse che circa 57 anni; la sua bocca sempre sorridente, pareva pronta a dire cose piacevoli» Francesco Hayez

Nonostante la sua normalità, cadenzata da un intenso lavoro quotidiano e da una serie di immutabili riti giornalieri, per certi versi la vicenda biografica di Antonio Canova può essere considerata epica. Nato alle pendici del monte Grappa, a Possagno, da una famiglia di scalpellini, a quarant’anni quest’uomo, baciato dal destino e concupito dai potenti di tutto il mondo, era già divenuto uno dei personaggi più famosi della sua epoca; mentre la sua rettitudine morale lo rendeva un esempio per tutti e il vessillo di un’italianità di cui in quegli anni di guerre stava sbocciando quella consapevolezza che avrebbe poi condotto alle battaglie risorgimentali. Un episodio emblematico per tutti: nel 1815, quando si trattò di tentare il recupero dei tanti capolavori che i francesi di Napoleone avevano razziato dalla Penisola, il cardinale Consalvi e Pio VII scelsero proprio Canova come ambasciatore a Parigi. Era un’impresa disperata, ma Canova riuscì. Dando voce ai protagonisti di allora, alle biografie antiche e alle fonti documentarie – dagli epistolari alle molte altre testimonianze manoscritte – questo cospicuo volume, a duecento anni dalla morte dello scultore, ricostruisce nel dettaglio la vita prodigiosa, anche nei suoi aspetti più intimi e quotidiani, e illustra, anche attraverso un corredo di oltre 270 tavole, l’arte di questo genio universale che ha rivoluzionato, nella tecnica e nei concetti, l’arte della scultura, dando corso a una svolta che ne ha segnato per sempre la storia e le sorti future.

Allegati
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Indice
  • Introduzione a Canova: genio e prassi
  • CAPITOLO 1: Canova «élève de lui-même et de lui seul»
  • 1.1 L’abbandono
  • 1.2 Lo studio e la polvere
  • 1.3 Venezia. La natura e la luce
  • 1.4 «La gloria di crearsi figlio di se medesimo»: le prime opere veneziane, dalle Canestre di frutta al Dedalo e Icaro
  • CAPITOLO 2: Verso l’antico: la classicità come avanguardia. Il primo soggiorno romano del 1779-1780
  • 2.1 «come ape avidissima dai primi fiori cogliendo le squisitezze più preziose»
  • 2.2 Il viaggio verso Roma
  • 2.3 Il fatale incontro: il rapporto con l’antico di Canova il «pigmeo»
  • 2.4 Tranche de vie. Il colpo di fulmine per Domenica Volpato, il mancato matrimonio e il rapporto di Canova con le donne
  • 2.5 Un delitto di lesa maestà: «qui era sparso parole ch’io oddiavo l’antico». Il ruolo di Gavin Hamilton e l’arrivo a Roma del gesso del Dedalo e Icaro
  • CAPITOLO 3: La «felice rivoluzione nelle arti». Dal Teseo sul Minotauro ai monumenti papali
  • 3.1 «Ora crederei di far un furto sacrilego, se defraudassi l’arte d’una sola ora del giorno»
  • 3.2 «il sasso nelle sue mani è meno che sasso, ed una statua è più ancorche una statua»: la tecnica di Canova e la prassi di lavoro dello studio
  • 3.3 I monumenti papali
  • 3.4 Lo studio di Canova: fucina del genio, luogo di pellegrinaggio, «stabilimento per la gioventù»
  • CAPITOLO 4: I committenti internazionali e i capolavori del «genere grazioso»
  • 4.1 «Amor co la so cara amiga»
  • 4.2 La favola di Psiche e l’Amorino
  • 4.3 «Io non mi contentai di riguardarla in tutte le possibili maniere, la volli toccare e quasi dimenticavo che fosse marmo»: Adone e Venere
  • 4.4 «Vi cambio la testa, e vi metto quella della povera nonna, che tanto ha fatticato per allevarmi nei primi anni, e dopo morta la fo divenire Generalissima». Una tournée in patria, la stele Emo e una truffa
  • 4.5 «Oh benedetta quella mano, e quell’anima che la guida a produre lavori simili!». La sperimentazione dei bassorilievi: primitivismo, «rigido antico» e recupero del Quattrocento
  • 4.6 «Dalle dolci colline dei seni acerbi». La bellezza fluttuante come nuovo confine del genere grazioso: la concezione dinamica di Ebe enofora
  • 4.7 «Ad un artista che si contenta di minestra e di lesso, non si mostra oro»: la Maddalena penitente modello di una nuova bellezza cristiana
  • CAPITOLO 5: Dalla Rivoluzione alla Restaurazione: l’artista più famoso del mondo
  • 5.1 «Se avessi parecchie mani tutte sarebbero impiegate». La scultura ideale di «forte carattere»: Ercole e Lica e Teseo in lotta con il Centauro
  • 5.2 Due «comuni facchini». Creugante di Epidamno e Damosseno di Siracusa: «come fa l’ape dei fiori nella configurazione del favo e del miele»
  • 5.3 Il «mezzo carattere tra il grazioso e il forte»: Perseo «consolatore», Palamede e Paride
  • 5.4 Il sonno della ragione genera mostri: la Repubblica romana, il ritiro di Possagno e lo «svago» della pittura
  • 5.5 «C’est un nouveau Genre de beauté en Sculpture; vous y avez decidé une grande question»: i monumenti funerari di Maria Cristina d’Austria e di Vittorio Alfieri, le stele e l’invenzione del «bello» sepolcrale
  • 5.6 «quando / Balli disegni, e l’agile / Corpo all’aure fi dando, / Ignoti vezzi sfuggono / Dai manti, e dal negletto / Velo scomposto sul sommosso petto»: la danza e Le Grazie
  • 5.7 Il naturalismo di Venere che esce dal bagno: i nuovi confini della bellezza ideale femminile e l’interpretazione civile di Canova
  • CAPITOLO 6: I controversi anni del dominio napoleonico: l’uomo di Stato, la difesa del patrimonio, la promozione delle arti e i marmi per i Bonaparte
  • 6.1 «Con amarezza ricordava il Canova le perdite che aveva sofferto la sede delle belle arti»: gli incarichi istituzionali negli anni delle guerre
  • 6.2 «Ah! S’io non fossi conquistatore, vorrei essere scultore»: gli incontri e i rapporti con Napoleone
  • 6.3 Parigi 1815: «Una vita da bestia»
  • 6.4 Marmi per i Bonaparte I: i ritratti celebrativi
  • 6.5 Marmi per i Bonaparte II: i ritratti divinizzati di Napoleone e Paolina e il monumento equestre di Napoli
  • CAPITOLO 7: La svolta naturalistica della piena maturità: le figure giacenti e le teste ideali
  • 7.1 «sempre gli uomini sono stati composti di carne flessibile e non di bronzo» Londra 1815: la diplomazia, l’arte e la rivelazione degli «Elgin marbles»
  • 7.2 «Il corpo tutto sente ancora quel dolce abbandono che nasce dal languore del sonno»: le figure distese dell’ultimo periodo
  • 7.3 De Amicitia: il valore delle teste ideali, archetipi della bellezza femminile
  • 7.4 Una breve nota per il Monumento commemorativo di George Washington per gli Stati Uniti d’America
  • CAPITOLO 8: Gli ultimi anni: dalla delusione della Religione al Tempio di Possagno. Il ritorno a casa e la gloria
  • 8.1 «a me sembra che sia giunto il tempo che l’uomo non possa esser grato a suo modo»: il mancato ex voto della Religione
  • 8.2 Il Tempio di Possagno
  • 8.3 «Caro voi, conservatevi, che avete famiglia. Addio»: la morte, la memoria e la gloria (il ruolo di Cicognara)
  • 8.4 L’ultimo atto: il ritorno a casa
  • Indice delle opere di Canova
Autore

Francesco Leone
insegna Storia dell'Arte Contemporanea all'Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara. Studia artisti e movimenti artistici in Italia e in Europa tra mondo neoclassico e Ottocento. Ad Antonio Canova ha dedicato negli anni mostre di rilevanza internazionale e numerosi studi in cui ha pubblicato opere e documenti inediti. È inoltre coordinatore del Comitato di Studio della Fondazione Canova Onlus "Museo, Gypsotheca Antonio Canova" di Possagno.