

L’astuto contadino Arnaud du Tilh aveva quasi persuaso i dotti giudici del tribunale di Tolosa di essere effettivamente Martin Guerre, quando, un giorno dell’estate 1560, nell’aula della corte entrò spavaldamente un uomo con una gamba di legno a rivendicarne identità, beni e moglie: Martin Guerre, quello vero. Questo caso giudiziario straordinario - che affascinò fin da subito avvocati, poeti e letterati, tra cui Montaigne - è stato narrato per secoli , tanto da diventare leggenda nel villaggio dei Pirenei dove l’impostore fu impiccato più di 400 anni fa, e un film: Il ritorno di Martin Guerre, con Gérard Depardieu e Nathalie Baye (1983). Per la sceneggiatura fu ingaggiata come consulente Natalie Zemon Davis, una delle più celebri storiche americane. La lunga ricerca negli archivi e sui libri di legge del tempo aggiunse ulteriore profondità a questo caso misterioso e da qui nacque il libro, tradotto in molte lingue e ora finalmente di nuovo disponibile in italiano. Come era riuscito l'impostore a impersonare così bene Martin Guerre? Perché Bertrande de Rols, un’onesta contadina, lo aveva accettato come marito? In un'epoca in cui impronte digitali e fotografie non esistevano, quali strumenti avevano i giudici per dirimere un caso simile? Attraverso fonti coeve e testimonianze giudiziarie, l'autrice ricostruisce in maniera brillante la sensibilità e i desideri degli abitanti di un villaggio di campagna in un mondo di idee tradizionali su proprietà e famiglia e con credenze religiose in mutamento.
Natalie Zemon Davis
è una delle più note storiche americane. Ha insegnato alla Princeton University e alla University of Toronto. È stata la seconda donna a ricoprire la carica di presidente dell'American Historical Association e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Studiosa della storia francese, della cultura popolare e dei rapporti di classe nell'Europa moderna, ha particolarmente messo in luce la condizione e il ruolo delle donne. Tra le sue molte opere tradotte in italiano: Il dono. Vita familiare e relazioni pubbliche nella Francia del Cinquecento (2002), La passione della storia. Un dialogo con Denis Crouzet (2007), e La doppia vita di Leone l'Africano (2008).