

Bonifacio Bembo, cremonese, è il principale pittore tardogotico del ducato di Milano, riscoperto da Roberto Longhi nel 1928 in un saggio memorabile apparso sulla rivista «Pinacotheca». Attento alle suggestioni dei grandi maestri del gotico internazionale di passaggio in Lombardia – Gentile da Fabriano, Masolino, Pisanello –, è titolare di una bottega affermatissima nella quale operano anche diversi fratelli, impegnati in svariate commissioni tra pittura e «arti congeneri»: miniature, tarocchi, decorazione di tavolette da soffitto e di cassoni nuziali. L’attività del Bembo, sempre per committenti di alto rango, si svolge tra le principali residenze della corte (Milano, Pavia, Vigevano e Cremona) e altri centri di non secondario interesse nella geografia artistica del Quattrocento padano (Reggio Emilia, Caravaggio, Brescia), ma di queste imprese, emblematiche della «civiltà degli ori lombardi» evocata dalle pagine longhiane, quasi tutto è perduto. Nella città natale i lavori più importanti di Bonifacio, spesso malintesi dalla critica, sono per la chiesa di Sant’Agostino, in un momento di particolare fervore culturale del convento eremitano, e per il Duomo, dove dipinge la pala per l’altare maggiore. Arcigoticissimo è un termine coniato nel 1827 da Giuseppe Grasselli, ragioniere capo della Magistratura Dipartimentale di Cremona, appassionato compilatore di storia e arte locale: la chiesa e l’ospedale di Sant’Antonio abate, che ora non esistono più, sono «fabbriche arcigoticissime». Un superlativo così si può accompagnare solo a qualche intimo portatore dei «più puri cromosomi lombardi» [...] E così, con lo scatto di un relais, il collegamento immediato è con Bonifacio Bembo; le sue prime prove, guarda le coincidenze, sono proprio nella chiesa degli antoniani.
SOMMARIO
7 PREMESSA
SANT'AGOSTINO
15 IL TRITTICO DELLA CONCEZIONE DI MARIA
35 LA CAPPELLA CAVALCABÒ
55 L'ALTARE DEI SANTI CRISANTE E DARIA
65 TAVOLE
LA MADONNA DEL DUOMO
89 ATTO PRIMO - 1992 ( CON LA LIA)
107 ATTO SECONDO - 2004-2011
130 BIBLIOGRAFIA
144 INDICE DEI NOMI
Marco Tanzi
è nato a Cremona nel 1956, ed è professore ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università del Salento. Si occupa prevalentemente della cultura figurativa in Italia settentrionale dal Quattrocento al Seicento, di artisti girovaghi lungo tratte per niente canoniche della geografia artistica dello stivale e, più di recente, del Rinascimento in Terra d’Otranto. Ha pubblicato numerosi i volumi tra i quali I Campi, 2004; Arcigoticissimo Bembo, 2011; La Zenobia di don Álvaro, 2015, gli ultimi due per Officina Libraria. Tra le mostre si segnalano: Pedro Fernández da Murcia, lo Pseudo Bramantino, Barocco nella Bassa. Pittori del Seicento e del Settecento in una terra di confine e ha co-curato Il Rinascimento nelle terre ticinesi (2010) e Bramantino a Milano (2012).