Quarta

La chiesa di San Maurizio: il tempio della pittura rinascimentale nel cuore di Milano. Un edificio la cui storia si segue dall’edificazione a ridosso delle mura del circo di Massimiano, fino alla sua ricostruzione avvenuta al principio del XVI secolo, con l’alternarsi del lavoro di botteghe più o meno importanti. Dalle decorazioni interne delle maestranze di primo Cinquecento, che lavorano nell’orbita dei maggiori artisti del momento come Zenale e Bramantino, alla saga dei Luini: Bernardino e la sua bottega a cui si deve la grande parete divisoria e la visionaria cappella Besozzi, dove si nasconde il criptoritratto della contessa di Challant, la sventurata fedifraga, che fece uccidere uno dei suoi amanti e per questo fu decapitata sul rivellino del Castello Sforzesco. Dopo Bernardino è la volta dei suoi figli: Giovanni Pietro e Aurelio Luini soprattutto, a cui spetta la cappella Bergamina (una lontana parente di Cecilia Gallerani, l’amante di Ludovico il Moro immortalata da Leonardo) e non pochi altri significativi interventi tra cappelle, controfacciata delle monache e pontile. Pontile che confina con uno degli organi meglio conservati della città, che si affaccia direttamente sul coro monastico, e che ancora adesso è in uso per rassegne e concerti. Non mancano le curiosità, come la tela di Antonio Campi montata per volere di Carlo Borromeo affinché le suore di clausura non potessero guardare verso la strada, l’attuale corso Magenta. Ma non manca neppure la prima prova nota a Milano di Simone Peterzano, reduce da un apprendistato veneziano con Tiziano, e che sarà, di lì a poco, il maestro di Caravaggio. Non si possono tralasciare neppure i misteri: dalla decorazione della volta, a lungo ritenuta antica, ma forse di primo Ottocento e dovuta allo scenografo della Scala Alessandro Sanquirico, ai cosiddetti paesaggi laici, che decorano una serie di cappelle nella zona claustrale da sempre creduti interventi cinquecenteschi, mentre invece risalgono ai primi del Novecento, nonostante a lungo abbiano rappresentato agli occhi dei milanesi il simbolo di questo inesplorato ambiente di pittura e musica.

Autori

Jacopo Stoppa
è professore associato di Storia dell'arte moderna all’Università degli Studi di Milano. Studioso della pittura lombarda del Seicento e della scultura rinascimentale lombarda, è autore della monografia di riferimento sul Morazzone (5 Continents, Milano 2003). Tra le varie collaborazioni alla realizzazione di mostre, la co-curatela dei cataloghi di Bramantino a Milano (2012), di Bernardino Luini e i suoi figli (P2014), e de Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari (2018), Fede Galizia (2021).

Giovanni Agosti
è professore ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università di Milano, curatore della grande mostra parigina su Mantegna al Louvre (più di 300.000 visitatori) insieme a Dominique Thiébaut, oltre che della milanese su Bernardino Luini (Bernardino Luini e i suoi figli, Officina Libraria, Milano 2014), con Jacopo Stoppa e l’allestimento di Piero Lissoni. Tra le sue fondamentali pubblicazioni sull’arte del Rinascimento ricordiamo Bambaia e il classicismo lombardo (Einaudi, Torino 1997) e Su Mantegna, I (Feltrinelli, Milano 2005), vincitore del premio Viareggio e oggi alla sua quarta ristampa; alla lunga decadenza culturale della sua città ha dedicato il pamphlet critico Le rovine di Milano (Feltrinelli, Milano 2011). Vedi tutte le pubblicazioni dell'autore.

Chiara Battezzati
Ha conseguito il dottorato di ricerca in storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Milano. Nei suoi saggi e articoli si occupa prevalentemente di temi legati alla storia del gusto e del collezionismo nella Milano dell’Ottocento.